Tra le braccia freschi fiori e biondo grano,
porto vento che ha odòr di feromoni,
rossi frutti tra le ossa di una mano,
e nell’altra nere nubi, lampi e tuoni.
Entro in casa senza annuncio e senza invito,
quel che prendo poi devo ridare,
la mia voce sono il gèmito e il vagito,
il mio moto è da sempre circolare.
Dalle ossa mi sgorga vita nuova,
inquieta la mia macabra bellezza.
Son l’inizio e l’ultima tua prova.
Son l’ignoto e la tua unica certezza.